Omelie di

don Marco

IV Domenica di Quaresima - 30 marzo 2025

Un Vangelo nel Vangelo

Un Vangelo nel Vangelo! Solo questa pagina meriterebbe la nascita della Chiesa, meriterebbe un cammino di conversione dei nostri rapporti, solo un Vangelo così meriterebbe la vita di tanti santi che hanno perdonato, accolto, amato senza misura, come il padre della parabola.

Non chiamiamola più 'Parabola del figlio prodigo' ma 'del Padre misericordioso': il vero protagonista!

C'è il solito pericolo accostandoci a questa Parola: la conosciamo troppo bene, dunque la sottovalutiamo, non ci mette in discussione, non ci stupisce più. Come una canzone che abbiamo ascoltato mille volte, come le lasagne della mamma già mangiate mille volte, come un amico sempre a disposizione: non li desideriamo più! Questo è il nostro dramma.

Allora leggiamola con calma, più volte, cerchiamo quell’espressione, quell’immagine, gustiamo quel sentimento!

Al centro il padre con la sua sofferenza vedendo che i 2 figli non andavano d’accordo e sentendo quella richiesta che è come una condanna  a morte per il padre stesso: 'Padre dammi la parte di patrimonio che mi spetta'. Poi il nulla, non un saluto da parte del figlio, non un grazie. Mi immagino la partenza come una fuga, sbattendo la porta, come chi si licenzia dal lavoro perché si trova male, o chi esce di galera: tagliare i ponti col passato: 'Non ne voglio più sapere di te' pensa il figlio. Il vero prodigo non è il figlio che spende e spande, ma il padre: prodigo di amore, di festa, di voglia di incontrare e riabbracciare quel figlio anche se è lontano, col corpo e col cuore.

'Bisognava far festa e rallegrarsi', dice al figlio maggiore: è l’urgenza di chi non sta più nella pelle, la gioia di chi ha una bella notizia dentro, come di chi aspetta un figlio e non sta più nella pelle, o un nuovo amore si affaccia nella vita: non stai nella pelle e ti si legge in faccia che è entrato qualcosa di meraviglioso nella tua vita!

Il figlio minore lo conosciamo bene, forse perché ci assomiglia tanto: vuole fuggire, non gli sta più bene quella vita, cerca nuove esperienze: e fin qui tutto bene; ma la nota stonata è che non si sforza di conoscere il cuore del padre, lo giudica un padrone, non un padre. Errore di gioventù? Forse, ma soprattutto sete di amore che aveva a portata di mano e non se ne è accorto! Curioso che quando è in quel paese lontano e ha consumato tutti i soldi, voleva mangiare le carrube dei maiali ma 'nessuno gliene dava'. Non poteva prendersele lui e mangiarle? Non aveva tanto bisogno delle ghiande, ma di qualcuno che si prendesse cura di lui!

Anche il figlio maggiore ci assomiglia ogni volta che puntiamo i piedi, o mettiamo giù il muso: ogni volta che tiriamo su qualche muro verso un fratello: 'Adesso che questo tuo figlio è tornato...' Non lo chiama 'mio fratello' ma 'tuo figlio'. Era nella vigna non come figlio, ma come operaio;  non lo considerava un padre, ma un padrone, pronto  a controllare se l’altro lavorava più o meno di lui piuttosto che a spendersi come il padre e a volere il bene della vigna. Assomiglia tanto a noi quando siamo bravi a guardare se l’altro fa il suo dovere anziché imitare il vero padre, Dio che da la vita del Figlio per la sua Chiesa , per noi suoi figli! Troppo rivolti alla terra, a guardarci in cagnesco, anziché contemplare l’abbraccio del Padre.

Si è convertito il figlio minore? In quale punto della parabola si converte? Non sappiamo se si è convertito: senz’altro torna a casa perché aveva fame, non perché si è convertito. Forse lo farà dopo: dopo che cosa? Dopo l’abbraccio del Padre, dopo quell’anello al dito, dopo il vestito nuovo, dopo la festa del padre. Solo dopo l’incontro con la Sua Parola, dopo aver ricevuto l’abbraccio che non meritiamo, dopo le lacrime di gioia del padre possiamo iniziare a convertirci: la via è tracciata.

O Signore, Dio nuovo. Non smetteremo mai di contemplare il tuo cuore di Padre. Spesso cerchiamo nuove emozioni, nuovi incontri, nuove avventure per sentirci protagonisti e apprezzati, invece non ci accorgiamo che solo in questa vigna incontriamo il tuo abbraccio di Padre, il tuo sguardo, il tuo perdono;  abbiamo bisogno di un cuore in festa perché ti abbiamo incontrato, perché nella vigna della Chiesa ci hai chiamato, perché è bello gioire per la tua presenza, perché solo con te possiamo vivere la vita come una vera festa!

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